Sant’Agata Feltria, la città del tartufo

(Sant’Êgta, in romagnolo)

    – DOVE SI TROVA?
    Il comune situato a sud ovest di Bologna, confina con la vicina Toscana e con la provincia di Forlì-Cesena. Per estensione, è il secondo comune della provincia di Rimini e il primo fra i comuni della Comunità Montana Alta Valle Marecchia. Il territorio santagatese è dal punto di vista geologico formato da argilla, gessi microcristallini e da marne argilloso caratteristiche del complesso tosco-emiliano.
    Sant’Agata è delimitata ad est e ad ovest da corsi d’acqua: il Rio Maggio segna il confine comunale con Sarsina, mentre il Marecchia traccia alcuni chilometri di confine con Pennabilli.
    La cima più alta del territorio santagatese è monte Pian di Rote, 961 metri, seguito da monte Ercole, monte Benedetto, monte Zuccola e Caioletto.

    – LA STORIA
    Le sue origini risalgono al periodo pre-romanico con popoli di agricoltori, pastori e cacciatori che vivevano nelle foreste del santagatese. Nel 600 d.C. dal Monte Ercole si staccò una roccia e si narra che venne edificata una chiesa dedicata a Sant’Agata, attorno a cui si sviluppò l’agglomerato urbano. Dalla fine dell’Ottocento il borgo appartenne a vari feudatari, tra cui i Malatesta, i Montefeltro e per ultimi i Fregoso. Fu proprio grazie ai Fregoso che il centro storico si arricchì di nuovi edifici, come il Palazzone che ospita il Teatro Angelo Mariani.
    A Sant’Agata Feltria nacque intorno al 1630, Angelo Berardi la cui importanza nella storia della musica ė legata agli studi sul Contrappunto, al contributo critico dell’arte musicale e alle sue composizioni. Furono quelli gli anni in cui il paese visse il suo miglior periodo: era fiorente e vantava un’antichissima ed eccellente tradizione musicale che aveva già espresso compositori e “maestri di cappella”, grazie anche alla sensibilità e al mecenatismo dei Fregoso.
    La Seconda Guerra Mondiale costò molto in termini di perdite umane: il passaggio del fronte e gli eccidi di Fragheto e Tavolicci furono fra gli avvenimenti più cruenti della storia della Valle Marecchia.
    Sant’Agata è intrisa di spiritualità, è un concentrato di luoghi mistici tra cui santuari e conventi. Diversi sono i centri abitati di notevole valore storico e di grande pregio. Tra questi Petrella Guidi un affascinante borgo fortificato.

    – DA VEDERE
    Rocca Fregoso. La fortezza fu costruita intorno all’anno 1000, subendo le prime radicali trasformazioni nel XV secolo grazie a Federico da Montefeltro che affidò i lavori a Francesco di Giorgio Martini. Gli interventi architettonici trasformarono il baluardo bellico in dimora principesca per la figlia di Federico, Gentile Feltria la quale sposò Agostino Giovanni Fregoso. Dal 1506 quando i coniugi si insediarono nella loro nirvana dimora, questa venne ulteriormente ampliata ed abbellita con nuove strutture ed opere d’arte. Esempi ancora oggi visibili, come i soffitti a cassettoni o i monumentali camini rinascimentali o, ancora, la cappella esagonale con gli affreschi cinquecenteschi. Oggi è un museo.
    Chiesa Collegiata. Eretta nel XVII secolo ed ampliata dai Fregoso, presenta una cripta del VII secolo. Le cappelle laterali sono arricchite da preziose ancone intagliate e dorate risalenti al Seicento e Settecento.
    Teatro Mariani. Oggi museo, è dedicato al direttore della Banda santagatese che fu amico di Verdi. Tra i più antichi d’Italia, è interamente in legno con tre ordini di palchi decorati con tempera ed effigie di personaggi illustri. La sua angusta cavea ad ellissi e il piccolo palcoscenico ricreano l’intimità di un teatrino di corte.
    Convento e Chiesa di San Girolamo. La chiesa fu dedicata al Santo nei primi decenni del 1600 quando i Fregoso commissionarono alla Scuola di Pietro Berretti da Cortona la grande e meravigliosa “Palazzone del Santo”. Il complesso oggi è Museo delle Arti Rurali di San Girolamo, composto da due sezioni: arte sacra e arte rurale. Accanto alle esposizioni, sono presenti laboratori per l’apprendimento degli antichi mestieri.
    Convento delle Clarisse. Risalente al XVII secolo, ospita una raccolta di pergamene risalenti ai secoli XII-XIV. È stata confermata la sua fondazione ad opera della sorella di Santa Chiara fondatrice dell’ordine.
    Convento dei Cappuccini e Santuario. Fatto erigere dai Fregoso nel 1575, conserva nella chiesa un’immagine della Madonna Immacolata, dei cui prodigi fu steso regolare processo contro il nulla osta della Sacra Congregazione dei Riti a Roma. Ancora oggi è oggetto di venerazione da parte dei fedeli.
    La Fontana della Chiocciola. Poetico richiamo alla lentezza e alle necessità dell’anima per la fontana ideata dal poeta Torino Guerra, che si inserisce nel percorso de “I luoghi dell’anima” guerriani.
    Petrella Guidi. Questo borgo ha mantenuto intatto il suo aspetto originale: abitazioni in pietra su stretti vicoli in acciottolato, sovrastante dalla Torre a testimonianza del suo potente ruolo. Nella porta del Castello sono scolpiti gli stemmi dei Malatesta e della Chiesa. Le origini del borgo sono remote, reperti rivelano infatti tracce romane. Ai piedi della Torre un omaggio del poeta Torino Guerra a Federico Fellini e Giulietta Masina.

    – PRODOTTI TIPICI
    Tartufo Bianco, anche chiamato il bianchetto o marzuolo. Cresce nei boschi di conifere e latifoglie. Matura dal mese di dicembre all’inizio della primavera e la raccolta, generalmente, avviene tra il 15 gennaio e il 30 aprile. Ha la forma di un tubero irregolare, gibboso, lobato, privo di prominenza basale. Ha un diametro fra 1 e 5 centimetri. Da giovane la sua superficie è sottile, con la maturazione diventa liscia e tende a staccarsi dalla polpa. Il colore varia dal bianco sporco a colori più scuri mano a mano che matura. I sapori del bianchetto sono buoni e gradevoli ma non sempre delicati e tenui. La sua bontà sparisce con la cottura e il profumo tipico non è molto intenso.
    Tartufo Nero, con forma per lo più rotondeggiante, ha dimensioni variabili da una nocciola a una grossa patata. Il suo peso può superare il chilogrammo e la sua scorza nera è rugosa con verruche minute e polpa nera-violacea, con venature che passano dal rosseggianti al nero con la cottura. Il suo profumo dedicato e gradevole lo rende particolarmente apprezzato. Il sapore delizioso gli ha fatto acquisire l’appellativo di “tartufo nero dolce” ed è ottimo sia cotto che crudo. Raggiunge la maturazione durante tutto il periodo invernale e cresce a contatto con la roverella, il leccio e il rovere, il carpino nero e il nocciolo. Il periodo di raccolta è dal 15 novembre al 15 marzo e la sua ricerca è effettuata con l’aiuto di cani addestrati.
    Il tartufo è parte integrante della cultura e della tradizione culinaria del Montefeltro; inoltre, è uno di prodotti tipici italiani più rinomati ed apprezzati nel mondo, tanto da essere inserito ai primi posti tra le produzioni nostrane da valorizzare e tutelare. Per quanto riguarda l’animale da impiegare nella ricerca del tartufo, invece, la razza canina italiana patentata è il lagotto romagnolo denominato anche cane da tartufi.
    Slattato, è un formaggio fresco di sola produzione familiare. Di forma rotondeggiante con crosta morbida e bianca, presenta una pasta molle e un sapore dolce acidulo. In questa specifica area di produzione, è tradizione avvolgere le forme in foglie di cavolo o fico. Nel passato lo slattato sostituiva la produzione di caciotta mista quando, da ottobre a marzo, capre e pecore erano gravide e il loro latte non era disponibile. Attualmente è ancora prodotto con latte vaccino intero, proveniente da razze locali alimentate in pascoli estensivi tramite foraggi, miscele di cereali e leguminose. Le forme, dopo la realizzazione, devono attendere la maturazione che si completa in 7 giorni.

    – EVENTI
    Fiera di Mezzaquaresima e antica festa del Perdono (le due domeniche precedenti la Pasqua). Questa fiera segna il ritorno alle normali attività lavorative, dopo la fine dell’inverno, ed è anche legata alla tradizionale festa religiosa in attesa della Pasqua.
    Fiera nazionale del tartufo bianco pregiato (tutte le domeniche di Ottobre). Manifestazioni nazionale che si tiene ogni anno da circa tre decenni e che richiama numerosi estimatori del Tartufo Bianco Pregiato. Accanto al celebre tubero, sugli stand appaiono tutti i prodotti autunnali che questa terra offre: funghi, castagne, miele, erbe officinali, prodotti dell’agricoltura e della pastorizia. In questo periodo dell’anno, il borgo, che si fregia del marchio “Città del Tartufo”, si riempie di odori prelibati e inebrianti. Non mancano, naturalmente, mostre, spettacoli e intrattenimenti.
    Il Paese del Natale (Giorni festivi di Dicembre che precedono Natale). Importante appuntamento per gli appassionati di mercatini natalizi. Nelle vie del borgo si può ascoltare il suono tradizionale delle zampogne e ammirare i presepi artigianali esposti nella via più antica e all’interno della Rocca Fregoso.

    – COME ARRIVARCI
    Casteldelci dista 60km da Misano Adriatico, circa un’ora e venti di auto. Le leggende e l’aspetto fiabesco di Sant’Agata Feltria rendono questo paese uno dei centri più caratteristici del Montefeltro, che offre piacevoli itinerari culturali, naturalistici, spirituali e gastronomici
    Un consiglio?! Lasciatevi guidare dai vostri sensi e ricercate la tradizione locale… che potrete trovare nel buon cibo e/o nel meraviglioso panorama.

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